Ho conosciuto don Juvenal nel 2017, quando si è presentato alla parrocchia Sacra Famiglia, per essere accolto come sacerdote studente.
Abbiamo vissuto sei anni insieme, come fratelli e amici. Fin dal primo giorno ho specificato che io non ero il suo superiore anche se avevo la responsabilità della cura e del mantenimento.
Lui ha dimostrato fin da subito di essere affidabile nel servizio. Qualsiasi cosa gli veniva affidata la faceva bene. Non abbiamo mai avuto un momento di contrasto per nessuna situazione. Abbiamo dialogato e collaborato nell’attività della parrocchia. Sempre presente nel Consiglio Pastorale Parrocchiale e in tutti i gruppi. Ricordo le attività ricreative, i campi scuola, le gite, le feste, le cene. Non è mancato mai.
Ci siamo sempre confrontati sulle varie tematiche, ecclesiali e d vita. Ci siamo sempre detti tutto e per questo non abbiamo mai costruito steccati.
Lui ha studiato a Roma prendendo il dottorato in teologia dogmatica. E’ stato un bel momento che abbiamo festeggiato insieme.

Abbiamo vissuto momenti intensi che ci hanno legato profondamente.
Per esempio la festa per il 50º della Parrocchia Sacra Famiglia (2018-2019), Il pellegrinaggio in terra Santa. Abbiamo vissuto anche gli anni brutti e bui del COVID. Momenti di sofferenza come la morte di mio padre. Dove ha saputo starmi vicino come un fratello.
Abbiamo vissuto momenti di formazione e di intuizione pastorale come la fondazione dei cavalieri di San Giuseppe o la distribuzione straordinaria di genere alimentari nel periodo del COVID. Abbiamo aperto un gemellaggio con la sua comunità del Congo sostenendo le adozioni a distanza, rima con l’associazione missionaria La Croce dl Sud ed ora autonomamente con l’associazione da lui fondata in Africa ‘Madre Teresa’.

Ha saputo dare, non solo a me ma anche ai fedeli, sempre una parola buona e con il sorriso.
Insomma la convivenza con questo sacerdote straniero per me è stata più che positiva.

Purtroppo il tempo di servizio in Italia è terminato. Ora andrà a dare quanto ha ricevuto nella sua Africa come Rettore dell’Università di Uvira in Congo.

Noi siamo contenti di averlo aiutato e sostenuto nello studio e nella formazione.

Domenica 1° ottobre tutta la comunità è invitata ad un saluto solenne ed ufficiale. Alle ore 11 con la Messa Solenne e poi con un rinfresco nel cortile.
Lo salutiamo con un po’ di tristezza per il distacco ma compagnato dalla gioia che farà bene il suo dovere in Congo a servizio del suo popolo.
Naturalmente la nostra comunità sarà sempre la sua casa e ogni qualvolta che tornerà a trovarci. Sarà accolto come un fratello.
Buon viaggio caro don Juvenal
Don Francesco

Breve testimonianza del mio ministero sacerdotale presso la Parrocchia Sacra Famiglia della Diocesi di San Benedetto del Tronto

Ordinato sacerdote il 18 luglio a Kamituga nella Repubblica Democratica del Congo nella mia parrocchia natale, sono sacerdote dal 2010. Appena ordinato, sono stato nominato dal vescovo al seminario propedeutico della mia diocesi di Uvira per aiutare i giovani che si preparano al sacerdozio per svolgere bene il loro discernimento vocazionale. Dopo aver trascorso quattro anni con questi giovani, il vescovo della mia diocesi mi ha mandato a Roma per continuare i miei studi teologici.
 
Dato questo preambolo, è comprensibile senza ombra di dubbio che sono arrivato a Roma senza alcuna esperienza pastorale, dato che i primi quattro anni del mio ministero sacerdotale sono stati trascorsi in una struttura di formazione sacerdotale. Quando sono arrivato a Roma, sono stato accolto in un collegio pontificio dove ho trascorso tre anni secondo quanto mi concedeva la borsa di studio. Ancora una volta, non ho avuto esperienza pastorale perché ho vissuto in una struttura per preti studenti.
 
Dopo il collegio, da settembre 2017, mi sono finalmente ritrovato nella parrocchia Sacra Famiglia della Diocesi di San Benedetto del Tronto. Ricevuto dal Vescovo, S.E Mons. Carlo Bresciani, sono stato accolto ed ospitato calorosamente dal Reverendo Don Francesco Ciabattoni, Parroco.
 
Vi dico tutte queste cose per dirvi che tutta l’esperienza pastorale che ho oggi come sacerdote, la devo a don Francesco e alla parrocchia Sacra Famiglia. In questa parrocchia si vivono nella fede, nell’amore e nella speranza tutte le raccomandazioni ecclesiologiche del Concilio Vaticano II. Quest’ultima presenta la Chiesa non solo come Chiesa missionaria (Cf. Ad Gentes), ma anche e soprattutto come popolo di Dio, famiglia di Dio (Cf. Lumen Gentium). Arrivato in questa parrocchia mi sono sentito integrato in una famiglia dove tutti si prendono cura di tutti.
 
In questa parrocchia ho veramente imparato cosa significa vivere in una famiglia cristiana a livello parrocchiale. È una parrocchia ministeriale dove la vita liturgica nei suoi vari ministeri aiuta i fedeli a comprendere bene l’organizzazione liturgica di una parrocchia per vivere la loro fede: vi si distinguono chiaramente i chierichetti della messa, i lettori, i ministri della comunione, un diacono, due sacerdoti, ecc. i gruppi di preghiera spirituale ed i movimenti di azione cattolica sono molto ben animati. I sacramenti vi sono amministrati dal Vescovo (Cresima), dal parroco (Battesimo, Prima Comunione, Matrimonio, Penitenza, Unzione degli infermi), dal sacerdote collaboratore (Battesimo, Penitenza, Unzione degli infermi) e dal diacono (Battesimo). Ci sono molte cose buone da dire sull’organizzazione della vita liturgica di questa parrocchia, ma lo spazio è limitato per tutto raccontare.
 
Per quanto riguarda la vita di fede in questa parrocchia, posso dire, secondo la mia profonda osservazione, che i fedeli di questa parrocchia vivono la loro fede attraverso l’amore che si esprime nella carità, nella solidarietà con tutti, specialmente con i poveri, indigenti, gli stranieri e i bisognosi.
 
Questo modo di vivere la fede è l’impronta che il Parroco Don Francesco imprime nel cuore dei fedeli che sono affidati alla sua cura pastorale. Durante il mio primo incontro con questo valoroso pastore, mi ha raccomandato solo una cosa per fare bene la pastorale con lui. Mi ha detto: dobbiamo predicare l’amore alla gente. Vivendo con lui ho capito cosa significa amare il popolo di Dio, come portare le persone ad amare Dio e come insegnare al popolo di Dio a vivere in famiglia ed ad amarsi. È la più grande ricchezza della mia vita sacerdotale e pastorale che ho acquisito a contatto con Don Francesco e con i fedeli della parrocchia Sacra Famiglia. È una parrocchia viva che ha un forte dinamismo spirituale, sociale, morale e umano.
 
 
Don Juvénal Mukamba